lunedì 4 maggio 2015

Inter-Chievo 0-0: il prato di San Siro è un posto tranquillo per i colombi

colombi san siro interCaro Mancio, ti stimo come uomo e come allenatore ma oggi ti sei proprio perso. In conferenza prima del match dichiari che tutto o quasi passa dalla partita col Chievo. A fine gara minimizzi e dici che cambia poco e nulla, che tanto le prossime partite sono più facili perché giochiamo con squadre più aperte. Adesso vediamo quanti punti facciamo con Lazio e Juventus. Hai anche affermato che giocando così a Roma vinceremo???
Il tuo staff, vorrei proprio conoscere chi ne fa parte e sapere tu che partita hai visto, scrive su Twitter che abbiamo tirato ventiquattro volte nello specchio. Cheee? Confondono con i tiri totali, quelli nello specchio sono solo 3/4 e Bizzarri non ha dovuto fare una parata degna di questo nome.
Guarin ha perso sedici e dico sedici palloni. Quando pensi più o meno di panchinarlo?
Dici che oggi non abbiamo fatto male, che queste partite vanno sbloccate all'inizio. Se arrivi a tirare nello specchio, e sottolineo nello specchio, corri e giochi con cattiveria, beh, si può vincerle pure al novantesimo.

Passiamo alla cronaca. Dopo le squalifiche si torna alla formazione ideale (?). Partiamo benino, il pessimo guardalinee De Pinto riesce a chiamare tre fuorigioco inesistenti in mezz'ora. Erano tutte azioni potenzialmente pericolose, e non riusciamo mica a crearne tante. Non acceleriamo spesso, loro parcheggiano il pullman davanti alla porta e difendono compatti ed ordinati (d'altronde sono la quarta difesa della A e non per caso). Maran rimprovera Schelotto quando osa superare il centrocampo. Guarin sfiora il palo al 6' e si procura con un tiro senza criterio dei suoi il corner da cui scaturirà il palo di Icardi al 19'. Ma per il resto dispensa un tacco inutile e dannoso, riesce a compiere un disimpegno difensivo mentre attacchiamo, tira alle stelle da posizioni improbabili e perde palloni su palloni. Il Chievo lotta con cattiveria, come se ancora dovesse salvarsi; noi sonnecchiamo come se già fossimo in Champions. Al 34' sponda di Palacio per Brozovic che si fa parare da Bizzarri. Hernanes e Guarin regalano altri palloni al terzo anello, Vidic colpisce di testa centrale su un corner e non facciamo altro fino a fine primo tempo. Lo dirò fino alla morte: non sappiamo crossare né battere corner, calciati sballati o sempre corti per schemi incomprensibili, inutili e mai riusciti. E' inquietante per calciatori di Serie A ma è così. E' evidente che qualcosa dobbiamo cambiare per provare a sporcare i guantoni a Bizzarri, a metà incontro contiamo quattordici tiri di cui solo due nello specchio.

palacio inter chievo san siro
Partiamo male nella ripresa, rischiamo qualcosa poi Schelotto pensa di aiutarci fallendo di poco un autogol al 6'. Dopo il derby voleva realizzare un'altra rete importante. Entra Podolski per Brozovic, si passa al 4-2-3-1 ma dopo una bella azione personale di Palacio è il Chievo che rischia di segnare con Izco al 19'. Handanovic para, Meggiorini sulla ribattuta sbaglia il tap-in. Cambio Shaqiri  per Hernanes e ancora Meggiorini è pericoloso per due volte, prima che Paloschi tiri fortunatamente su Handanovic. Giocando a questo ritmo da bradipi rincoglioniti non li bucheremo mai. Troppi tocchi e tutti fermi senza palla. Alla mezz'ora Poldi prova a piazzarla, poi Shaqiri spara fuori. Kovacic entra  per Palacio ma non lascerà tracce di sé sulla partita. Nel nostro breve, miglior momento Icardi quasi la infila di rovesciata, poi il nostro canterano Biraghi becca una gran traversa sulla quale Handanovic sceglie deliberatamente di non fare nemmeno lo sforzo di alzare nemmeno le braccia, pur avendone tutto il tempo. Poi a fine partita si permette pure di fare il vago, non sa se resta perché vuole giocare per vincere. Pensi a dare il massimo, ora che non lo sta facendo di certo. Il tiro inoffensivo di Icardi al 47' è la foto della nostra partita. Orde di colombi avvistano dall'alto un prato tranquillo e senza movimento e decidono di atterrare per pascolare sereni. C'è ancora tempo per Paloschi di far andare al manicomio Ranocchia, col Mancio che grida al "capitano": "Ma dove cazzo vai?" (e non sto scherzando). Facciamo schifo, perdiamo l'ennesima occasione e salviamo la tournée asiatica estiva. Ah, Mancio, a proposito di tiri nello specchio: nel secondo tempo sono due a quattro in favore dei clivensi. Forse forse un po' male abbiamo fatto. E in una partita del genere in casa con un Chievo salvo potevi forse rischiare un Santon al posto di Juan Jesus. Vabbè, ma tanto ora ci aspettano le partite più semplici con Lazio-Juve-Genoa, la strada è in discesa. State tranquilli.

Cristiano Esposito

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