domenica 12 aprile 2015

Hellas Verona-Inter 0-3: Una rondine non fa primavera (ma la salvezza sì)

Sinceramente temevo questa partita, anche se il Verona era in calando. Alla fine però rinfaccio ai calciatori dell'Inter di non aver avuto questa cattiveria e questa corsa col Parma, perché molto probabilmente avrebbero portato a casa i tre punti. Le vittorie dei ragazzi di Donandoni ottenute con l'Udinese e la Juventus non devono però rendere il nostro calice meno amaro. Dovevamo e potevamo vincere.  Dovevamo giocarcela con più voglia e cattiveria.

Il Mancio sceglie il rombo con Hernanes dietro alle punte: alla fine non risparmia nessun diffidato del centrocampo e a riposare sono Shaqiri e Santon. Passiamo già all'undicesimo con Icardi servito da Palacio. Tachtsidis era a terra perché a sedere l'aveva messo D'Ambrosio con una finta e non aveva nessun problema (si rialza e continua a giocare come niente fosse successo dopo trenta secondi). Anzi, se  tutti continuassero a giocare quando gli avversari svengono senza motivo e non si rialzano, e sono loro ad essere gli antisportivi e non gli altri, magari anche arrivando al gol, io dico che si toglierebbero il vizio. Detto ciò la difesa del Verona dorme e prende il gol non certo a causa del fatto che Tachsidis a terra. Per un Guarin che continua a cercare il tiro dagli spogliatoi c'è un Hernanes in ripresa, che al 18' semina avversari in contropiede e dimostra coi fatti quello che sostengo da sempre: lui il meglio lo dà da trequartista centrale dietro le punte. Juan Jesus riesce a soffrire Jankovic (e a beccarsi un giallo) proprio in quella velocità che è la sua arma migliore: andiamo bene. E' anche vero che è ancora tarato per fare il centrale a tre, uscendo in anticipo, e che non faceva il terzino da tempo. Il Verona non punge, ci aspetta per fare contropiede, non spinge sulle fasce e noi teniamo bene sulle palle inattive tranne quando Toni colpisce alto di testa al 19'. La buona notizia è quanto corriamo e che l'out di destra con D'Ambrosio e Palacio che si allarga spesso funziona bene. Si nota maggiore cattiveria rispetto alle ultime uscite anche nei contrasti, più compattezza e forse anche una difesa che sta lievemente più bassa. La partita è bruttarella, poi Brozovic si divora lo 0-2 alla mezz'ora. Nel giro di due minuti lui e Guarin (molto severo il suo cartellino per un fallo di mano, ad un metro di distanza e chiaramente involontario) si beccano un giallo che gli fa saltare il derby. Hernanes continua a dimostrare di stare bene, meglio, ma talvolta esagera con i dribbling: ad ogni modo sono ben sei  quelli completati nel primo tempo, contro i due complessivi del Verona. Palacio crea quattro occasioni ma non inquadriamo mai la porta, gol a parte.

Al terzo della ripresa raddoppiamo con un'azione che non sembriamo noi a orchestrarla: combinazione tutta di prima Hernanes-Icardi-Palacio. Il Verona però alza il baricentro e al 5' è una fortuna che Jankovic svirgoli la conclusione. Ancora la "magica" fascia destra di stasera: un minuto dopo Palacio per poco non trova ancora Icardi a centro area (il quale poco dopo sbaglia uno stop a seguire importante per involarsi verso la porta, emblema dei suoi limiti congeniti). Juan Jesus gioca meglio, D'Ambrosio continua a spingere con intensità. Al quarto d'ora Hernanes impatta male il pallone e calcia fuori, poi Handanovic inizia il suo show con due belle parate respingendo però ancora il pallone basso a centro area. Questo particolare ci è costato già un paio di gol e altrettanti spaventi. Capitan Ranocchia si divora letteralmente di testa un gol da due passi, tutto solo. Il Verona è ancora in partita e si rende pericoloso con Obbadi e Jankovic. Altra buona notizia: Vidic e Ranocchia controllano e limitano bene Toni. Palo sfortunato di Palacio al 27', ancora con D'Ambrosio che lo serve di prima. L'amnesia della giornata arriva al 30', quando Greco su punizione trova incredibilmente Toni tutto solo che colpisce fuori di testa. Ne abbiamo lasciato solo uno scarso su questi palloni, diciamo così. Poi esce Gomez e personalmente tiro un sospiro di sollievo: alla vigilia era quello che più temevo tra gli avversari. Minuto 31: Tagliavento non si smentisce e prova a far rientrare il Verona con un
penalty quasi fantascientifico. In pratica poteva fischiarlo quasi solo a noi. Vidic sfiora appena Greco (terzo tiro dal dischetto "causato" in serie A quest'anno, più di chiunque altro), ma San Samir para il quarto rigore dell'anno, il secondo a Toni, il settimo degli ultimi otto, il ventunesimo su cinquantasette in A. A questo punto è chiaro che il Verona non segnerà mai, come non avremmo segnato mai noi un altro gol con il Parma settimana scorsa. Esordisce, con sicurezza e linearità Gnoukouri per Medel (almeno un centrocampista diffidato per il derby conserviamocelo), il trentesimo giovane canterano a debuttare con Mancini, ed entra Kovacic a fare la seconda punta per Palacio. I veronesi provano a rubare un altro paio di rigori, noi resistiamo stoicamente con Handanovic e compagni. Esce anche Hernanes, calato alla distanza, per Felipe. C'è tempo ancora per l'autogol di Moras che premia la gran partita di spinta di D'Ambrosio al 47'.

Torniamo a vincere, sapendo soffrire ed opporci nella parte centrale del secondo tempo. Buona la prestazione in un campo che aveva visto cadere il Napoli poco tempo fa. Una rondine non fa primavera, non abbiamo fatto ancora niente, ma almeno abbiamo raggiunto la quota salvezza. E, perdonatemi, all'essere l'unica squadra italiana a non essere mai retrocessa in B e a conquistare un triplete io ci tengo. Mi turbano le parole di Handanovic dopo la partita. No, non il "pensiamo prima a non prenderle, almeno facciamo 0-0", ma quelle sul rinnovo fermo e sull'incertezza della risposta sul volere giocare la Champions l'anno prossimo. No perché, Samir, mi sa che noi non ce la facciamo. Mi piace invece la conferma di un'efficace coppia d'attacco, con Icardi che ieri ha servito il terzo assist su quattro a Palacio. I due si trovano bene e si vede. Mi piacerebbe invece sapere a chi era rivolto il labiale di Mancini a fine match ("ti gonfio, dopo ti gonfio") e cosa diceva del rigore fischiato e a quale dei direttori di gara . 

La nostra primavera è tornare a vincere quarantasette giorni dopo, in trasferta, dove abbiamo chiaramente meno pressione addosso. Ma questo è un fattore che deve cambiare, San Siro è casa nostra e chi gioca tra le nostre fila deve dimostrare di saper reggere il peso della nostra maglia.

Cristiano Esposito


HELLAS VERONA-INTER 0-3

Marcatori: Icardi (11'), Palacio (3' st), aut. Moras (47' st)

HELLAS VERONA: 1 Rafael; 26 Sala, 2 Rodriguez, 18 Moras, 3 Pisano; 8 Obbadi, 77 Tachtsidis, 10 Hallfredsson (19 Greco 27' st); 21 Gomez (7 Saviola 30' st), 9 Toni, 11 Jankovic. A disposizione: 22 Benussi, 4 Marquez, 17 Nico Lopez, 20 Christodoulopoulos, 25 Marques, 27 Valoti, 30 Campanharo, 33 Agostini, 70 Pereira, 71 Matric. Allenatore: Andrea Mandorlini

INTER: 1 Handanovic; 33 D'Ambrosio, 23 Ranocchia, 15 Vidic, 5 Juan Jesus; 13 Guarin, 18 Medel (27 Gnoukouri 35' st), 77 Brozovic, 88 Hernanes (26 Felipe 43' st); 8 Palacio (10 Kovacic 35' st), 9 Icardi.  A disposizione: 30 Carrizo, 46 Berni, 6 Andreolli, 11 Podolski, 20 Obi, 28 Puscas, 55 Nagatomo, 91 Shaqiri, 97 Bonazzoli. Allenatore: Roberto Mancini

Ammoniti: Juan Jesus (18'), Moras (35'), Brozovic (36'), Guarin (40'), Obbadi (11' st), Vidic (31' st)  

Recupero: 1' - 3' 

Arbitro: Tagliavento (sez. arbitrale di Terni)  
Assistenti: Marrazzo e Pegorin
IV Uomo: Schenone  
Assistenti addizionali: Cervellera e Manganiello
   

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