mercoledì 8 aprile 2015

Disquisizioni sul fattore "M": motivazioni, mediocrità, mercato, Mazzarri e Mancini

Inter Mancini Zanetti Ausilio
C'è chi ha parlato di mancanza di motivazioni riguardo l'imbelle prestazione dei nerazzurri contro il Parma. Le motivazioni non devono venire mai a mancare perché giochi nell'Inter e perché vieni regolarmente e profumatamente pagato. Cosa che non accade per i dignitosissimi giocatori del Parma, che di motivazioni sembravano averne di più di noi. Forse qualcuno dei nostri già sa che andrà via, qualcun altro è già tranquillo di restare. In entrambi casi è stato dannoso per la squadra farglielo capire.

Sempre in tema di motivazioni, non si capisce bene dalle immagini se Ranocchia dopo il gol rimproveri Puscas e compagni per qualche errore sul campo o perché non vengono a festeggiare tutti insieme il gol di Guarin. Il giovane attaccante ha dimostrato di non essere ancora pronto per la prima squadra e forse dare spazio dal primo minuto ad altri della primavera per quest'ultima tranche di campionato, come ha dichiarato di voler fare Mancini, non è la scelta giusta. 

Quello che, tra le altre cose, preoccupa di domenica è la non reazione al pareggio del Parma e alla prevedibile sfuriata di Mancini all'intervallo (avrebbe potuto sfruttare tutti i quindici minuti per provare a svegliare i suoi giocatori e non avviarsi prima di loro in campo). Si è continuato a correre poco e male, forse solo Medel lo ha fatto quanto doveva. Mediocrità, sfortuna, centrocampo molle e poco forte fisicamente. Senza qualità e senza gli arrivi di un Lucas Leiva, per dirne una, era difficile migliorare la costruzione. Guarin ha il solo merito di una fisicità che a tratti fa la differenza, ma pochi neuroni per incanalarla con criterio. 

Già, il mercato. Mancini ha evitato di dichiarare che non lo ha soddisfatto del tutto. Non ha avuto tutto quelo che aveva chiesto ma era quasi impossibile viste le nostre condizioni finanziarie. Podolski e Shaqiri si sono dimostrati molto meno esterni di quel che si pensava e si cercava sul mercato. I restanti limiti della rosa sono rimasti intatti. I terzini  molto modesti e incapaci di svolgere entrambe le fasi ad alti livelli. Kovacic ed Hernanes non hanno trovato una collocazione in questa Inter. Nonostante abbia sbagliato anche lui, Vidic doveva giocare sempre accanto ad uno tra Ranocchia e Juan Jesus, troppo più inaffidabili e carenti in personalità. Se proprio dobbiamo giocare alti meglio JJ, che almeno può contare su una discreta velocità nei recuperi. Per concludere, ad oggi non abbiamo un modulo prestabilito e da fissare per crescere. Mancini deve ancora trovare la quadra dopo cinque mesi e lo dimostra il continuo cambiare più volte nell'arco della stessa partita. Mazzarri ha fatto quasi gli stessi punti, ma li ha fatti coprendosi e cercando di non prenderle. Non avevamo e non abbiamo i giocatori capaci di giocare in contropiede, con le giuste e letali caratteristiche. Ma se ci alziamo troppo e teniamo palla come vuole Mancini escono fuori tutti i limiti dietro e nella costruzione. Con la paura che subentra durante il match dopo aver rischiato o subito un gol poi, la difesa alta retrocede vertiginosamente ed è il panico. I centrocampisti non aiutano più e si aprono voragini per gli inserimenti da dietro degli avversari.

Roberto Mancini Mateo Kovacic InterCon questa rosa mediocre e sfiduciata difficile dire se è meglio o peggio provare a giocare un calcio più propositivo come fa Mancini. Il quale finora purtroppo ha deluso, forse pensando di trovare una situazione complessiva migliore e di poter spremere di più dai giocatori. Che presentano limiti tattici, di personalità e coraggio, quest'ultimo solo in parte ereditato dal modo di giocare di Mazzarri. E' scoppiata presto la bolla di sapone delle tre vittorie consecutive, e sono scoppiati i giocatori. E sembra regnare un po' di anarchia, in cui l'ultimo ventenne arrivato, Brozovic, dichiara con nonchalance: "Con cinque nuovi acquisti l'anno prossimo saremo lì alla pari con le prime della classe". Come a dire: sono appena arrivato, non ho dimostrato quasi niente ma io sono dentro al progetto e ho bisogno di qualche campione vicino a me. Campioni comunque già invocati da Mancini, quando forse era meglio aspettare giugno per fare determinate dichiarazioni e distrarre i giocatori che restano o partono.

Le domande a questo punto sono le seguenti. La clausola con cui Mancini può liberarsi a giugno c'è o no? Senza l'acquisto di campioni lui resta? E a noi conviene che lui resti, visto quel che ha raccolto finora in una squadra senza top player
Se questi giocatori non stanno dando il massimo, magari farli allenare il giorno di Pasqua alle 8:30 può indurli a dare di più. Ma se lo stanno già facendo può cambiare poco e niente. E' ora di decidere chi è da Inter e chi è l'allentore migliore per questa (e la prossima) Inter con questa congiuntura economica. E regolarsi di conseguenza.

Cristiano Esposito

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