mercoledì 29 aprile 2015

Udinese-Inter 1-2: lo spettro di Goitom che ci fa perdere anni di vita

henok goitom udinese inter
Io Henok Goitom non l'ho mai dimenticato. Come molte delle meteore che abbiamo creato. Il 19 febbraio 2005 entra in campo ventunenne in Udinese-Inter e dopo poco pareggia di testa per l'1-1 finale. Una presenza nell'Udinese, un gol. Poi non ha mai più messo un piede in un campo di calcio in Italia. Quando ho visto entrare ieri sera Perica, vent'anni ed alto quasi uguale, ho rivisto lo spettro di Goitom. Per fortuna è andata diversamente da dieci anni fa, ma è accaduta un'altra di quelle cose che sappiamo far accadere solo noi. Non so fino a che punto sia dna e fino a che punto immaturità, carenza di personalità, il non essere ancora squadra esperta. Fatto sta che dopo il secondo rosso udinese abbiamo cominciato a specchiarci, a giocare ben oltre i due tocchi professati da  Mancini, a fare complimenti per chi doveva segnare. Abbiamo giochicchiato come giocolieri che vogliono entrare in porta col pallone invece di buttarla giù da un po' più lontano.

Squadre schierate con un 4-3-1-2 a specchio, noi cominciamo pressando alti ma muovendoci poco senza palla. Nei primi venti minuti ci sono da segnalare solo una punizione di Hernanes e un giallo stupidissimo del mononeurone Guarin (fa bene il Mancio a toglierlo nella ripresa, con lui non si sa mai), che dopo poco perde una palla altrettanto stupida. Alla mezz'ora proprio il Guaro avvia un'azione verso Palacio che crossa per la testa di Hernanes: è out. Fisicamente stiamo bene (e anche loro), e si vede, ma abbiamo difficoltà ad arrivare a tirare in porta. Comandiamo comunque noi le operazioni e al 40' arriva il secondo giallo per Domizzi per fallo sul Profeta, che dopo due minuti ci prova da fuori sbagliando di poco. Allan tiene basso Santon, D'Ambrosio riesce a spingere un po' di più. Al 45' Guarin per Icardi, gran riflesso di Karnezis in corner, poi ancora Hernanes si fa parare da due passi.

Dopo venti secondi di gioco della ripresa è già rigore su Kovacic. Probabilmente non ci sarebbe perché il croato ha già tirato e non c'è danno procurato, ma l'intervento è scomposto e maldestro. Peccato che nel dopopartita a Sky parlino solo e soltanto di questo "dimenticando" un attimo un attimo del rigore di Allan su Hernanes nel primo tempo, del gol di tacco buono di Icardi annullato per un fuorigioco che non c'è perché a passargliela è un giocatore dell'Udinese e del secondo giallo sacrosanto che andava sventolato a Pinzi al 35' della ripresa per fallo su Santon (non è che sia prevista pietà dal regolamento per una squadra in nove). E Strama sbaglia anche  a lamentarsi del  rosso a Badu, che mima un cazzotto sul viso di Rocchi e gli accenna due sputi. Ad ogni modo Icardi realizza il penalty e conferma la sua freddezza da killer. Due minuti e da veri polli prendiamo in contropiede (in superiorità numerica nostra) il gol del pari da Di Natale, che non sbaglia mai. Medel aspetta chissà cosa a contrastare Allan e la frittata è fatta. Proviamo a rimettere la testa davanti con Kovacic e Guarin, mentre dall'altra parte Pasquale sbaglia misura per nostra fortuna. L'Udinese sembra prendere coraggio ma intanto Palacio gioca a colpire Karnezis, Badu viene espulso tra urla, sputazzate e simlazioni di manate, e poi Podolski appena entrato segna al 20' sugli sviluppi di un corner. Stasera è lui Goitom ma io ancora non lo posso sapere. Rocchi continua il suo horror show non dando corner su tiro di D'Ambrosio al 22' e ammonendo Podolski per proteste quando avevano provato a
podolski udinese inter serie a
togliergli la maglietta. E' a questo punto che cominciamo a fare gli splendidi, con Hernanes in primis che esagera con dribbling e boiate varie, anche se potremmo segnare ancora proprio con lui, Podolski e Santon. Riusciamo a subire contropiede con due uomini in più, a spendere ammonizioni per mettere pezze (Palacio) contro un Udinese dal cuore grande e con un Allan mostruoso (prendiamolo!), che straccia Medel nel confronto diretto (11 tackle vinti a 2). Iniziamo ad avere paura come al Camp Nou nel 2010, solo che davanti non c'è nemmeno il nonno monogamba di Messi. Anche Palacio passa indietro invece di tirare, perdiamo palloni ingenui, Handanovic esce male. Succede di tutto insomma, anche che Icardi segna di tacco un gol buono che viene annullato. Nei secondi finali dobbiamo rignraziare D'Ambrosio che si immola e copre un Handanovic mal piazzato sul suo palo. Gestiamo malissimo una situazione sulla carta elementare, noi tifosi perdiamo alcuni anni di vita ma Goitom resta dov'è e la portiamo a casa senza sapere come. Santon a fine partita ha il coraggio di dire che abbiamo sofferto "un po'", ma non è credibile perché la barba è diventata bianca anche a lui. Ventidue tiri, un solo gol su azione realizzato. Cancelliamo subito questa partita e ripartiamo da stasera, gufando le partite che ci interessano.

Cristiano Esposito

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