giovedì 30 aprile 2015

Udinese-Inter 1-2: D'Ambrosio ci salva, Kovacic-Hernanes in ascesa. Le pagelle

udinese inter serie a 2014 2015Handanovic 6: Esce male nel finale e copre anche male il proprio palo quando D'Ambrosio salva. Sul gol di Di Natale forse non poteva fare di più.

D'Ambrosio 6,5: Salva su Kone evitandoci la beffa finale, per il resto corre e combatte, combinando anche qualcosina in fase di spinta.

Vidic 6: Comanda lui sulle palle alte senza preoccuparsi del taglio sul sopracciglio e lottando ruvidamente con Thereau. Incespica sul gol di Di Natale, unico contrattempo che però pesa.

Felipe 6: Rincalzo affidabile, nemmeno lui segue Di Natale sul gol del pareggio. Per il resto sbaglia poco, sta alto, imposta anche bene qualche azione.

Santon 6: Tenuto basso da Allan ma non solo, la sua è perlopiù una partita difensiva in cui resta a galla.

Guarin 6: Un giallo stupido dei suoi, alcune palle perse ingenuamente, qualche buona verticalizzazione. Giustamente sostituito per evitare brutte sorprese.

Medel 6: Meno lucido del solito, ai punti perde nettamente il duello con Allan. Qualche pallone prezioso però lo recupera.

Kovacic 6,5: Perde forse un solo pallone in fase di impostazione, sta capendo come giocare da mezzala. Arriva anche due volte al tiro, ogni tanto accelera e conquista il rigore.

Hernanes 6,5: Cinque tiri, rete sfiorata, tanti dribbling riusciti ma anche diversi sbagliati eccedendo. Quando soffriamo è tra i primi da prendere a sberle per come gigioneggia.

Gnoukouri 6: Quando entra mostra la solita personalità e sicurezza, sbrogliando anche qualche matassa.

udinese inter serie a 2014 2015 icardi hernanes
Icardi 6,5: Assist sul rigore, realizzato senza problemi con la sua glacialità. Poco appariscente ma siamo a 23 gol totali, niente da dire.

Palacio 6: Corre, si sfianca, contrasta, recupera e non perde mai un pallone. L'età avanza ma lui tiene botta. Cuore e generosità.

Podolski 6,5: Al secondo pallone toccato segna a 43 secondi dalla sua entrata in campo il primo gol con la maglia dell'Inter. Lampi di classe che finalmente si intravedono.

All. Mancini 6: Soffriamo come bestie in undici contro nove, la prepara bene ma poi all'intervallo doveva far capire meglio a tutti che non bisognava fare gli splendidi.

Cristiano Esposito

mercoledì 29 aprile 2015

Udinese-Inter 1-2: lo spettro di Goitom che ci fa perdere anni di vita

henok goitom udinese inter
Io Henok Goitom non l'ho mai dimenticato. Come molte delle meteore che abbiamo creato. Il 19 febbraio 2005 entra in campo ventunenne in Udinese-Inter e dopo poco pareggia di testa per l'1-1 finale. Una presenza nell'Udinese, un gol. Poi non ha mai più messo un piede in un campo di calcio in Italia. Quando ho visto entrare ieri sera Perica, vent'anni ed alto quasi uguale, ho rivisto lo spettro di Goitom. Per fortuna è andata diversamente da dieci anni fa, ma è accaduta un'altra di quelle cose che sappiamo far accadere solo noi. Non so fino a che punto sia dna e fino a che punto immaturità, carenza di personalità, il non essere ancora squadra esperta. Fatto sta che dopo il secondo rosso udinese abbiamo cominciato a specchiarci, a giocare ben oltre i due tocchi professati da  Mancini, a fare complimenti per chi doveva segnare. Abbiamo giochicchiato come giocolieri che vogliono entrare in porta col pallone invece di buttarla giù da un po' più lontano.

Squadre schierate con un 4-3-1-2 a specchio, noi cominciamo pressando alti ma muovendoci poco senza palla. Nei primi venti minuti ci sono da segnalare solo una punizione di Hernanes e un giallo stupidissimo del mononeurone Guarin (fa bene il Mancio a toglierlo nella ripresa, con lui non si sa mai), che dopo poco perde una palla altrettanto stupida. Alla mezz'ora proprio il Guaro avvia un'azione verso Palacio che crossa per la testa di Hernanes: è out. Fisicamente stiamo bene (e anche loro), e si vede, ma abbiamo difficoltà ad arrivare a tirare in porta. Comandiamo comunque noi le operazioni e al 40' arriva il secondo giallo per Domizzi per fallo sul Profeta, che dopo due minuti ci prova da fuori sbagliando di poco. Allan tiene basso Santon, D'Ambrosio riesce a spingere un po' di più. Al 45' Guarin per Icardi, gran riflesso di Karnezis in corner, poi ancora Hernanes si fa parare da due passi.

Dopo venti secondi di gioco della ripresa è già rigore su Kovacic. Probabilmente non ci sarebbe perché il croato ha già tirato e non c'è danno procurato, ma l'intervento è scomposto e maldestro. Peccato che nel dopopartita a Sky parlino solo e soltanto di questo "dimenticando" un attimo un attimo del rigore di Allan su Hernanes nel primo tempo, del gol di tacco buono di Icardi annullato per un fuorigioco che non c'è perché a passargliela è un giocatore dell'Udinese e del secondo giallo sacrosanto che andava sventolato a Pinzi al 35' della ripresa per fallo su Santon (non è che sia prevista pietà dal regolamento per una squadra in nove). E Strama sbaglia anche  a lamentarsi del  rosso a Badu, che mima un cazzotto sul viso di Rocchi e gli accenna due sputi. Ad ogni modo Icardi realizza il penalty e conferma la sua freddezza da killer. Due minuti e da veri polli prendiamo in contropiede (in superiorità numerica nostra) il gol del pari da Di Natale, che non sbaglia mai. Medel aspetta chissà cosa a contrastare Allan e la frittata è fatta. Proviamo a rimettere la testa davanti con Kovacic e Guarin, mentre dall'altra parte Pasquale sbaglia misura per nostra fortuna. L'Udinese sembra prendere coraggio ma intanto Palacio gioca a colpire Karnezis, Badu viene espulso tra urla, sputazzate e simlazioni di manate, e poi Podolski appena entrato segna al 20' sugli sviluppi di un corner. Stasera è lui Goitom ma io ancora non lo posso sapere. Rocchi continua il suo horror show non dando corner su tiro di D'Ambrosio al 22' e ammonendo Podolski per proteste quando avevano provato a
podolski udinese inter serie a
togliergli la maglietta. E' a questo punto che cominciamo a fare gli splendidi, con Hernanes in primis che esagera con dribbling e boiate varie, anche se potremmo segnare ancora proprio con lui, Podolski e Santon. Riusciamo a subire contropiede con due uomini in più, a spendere ammonizioni per mettere pezze (Palacio) contro un Udinese dal cuore grande e con un Allan mostruoso (prendiamolo!), che straccia Medel nel confronto diretto (11 tackle vinti a 2). Iniziamo ad avere paura come al Camp Nou nel 2010, solo che davanti non c'è nemmeno il nonno monogamba di Messi. Anche Palacio passa indietro invece di tirare, perdiamo palloni ingenui, Handanovic esce male. Succede di tutto insomma, anche che Icardi segna di tacco un gol buono che viene annullato. Nei secondi finali dobbiamo rignraziare D'Ambrosio che si immola e copre un Handanovic mal piazzato sul suo palo. Gestiamo malissimo una situazione sulla carta elementare, noi tifosi perdiamo alcuni anni di vita ma Goitom resta dov'è e la portiamo a casa senza sapere come. Santon a fine partita ha il coraggio di dire che abbiamo sofferto "un po'", ma non è credibile perché la barba è diventata bianca anche a lui. Ventidue tiri, un solo gol su azione realizzato. Cancelliamo subito questa partita e ripartiamo da stasera, gufando le partite che ci interessano.

Cristiano Esposito

martedì 28 aprile 2015

Pagelle di Inter-Roma 2-1: La rinascita di Hernanes e Vidic

Handanovic 5,5: Fa qualche parata discreta ma non si muove sul gol. Il non andare giù rapidamente sa di indolenza e non va bene.

D'Ambrosio 5,5: Si vede poco, soffre più di Juan Jesus sull'altra fascia, non spinge mai fin sul fondo. Non si arrende ma non sempre basta.

Ranocchia 5,5: Annulla un Totti modesto, sulle palle alte comanda lui ma cerca due assist agli avversari di cui uno frutta il pari alla Roma.

Vidic 6,5: Protagonista di diagonali efficaci che neutralizzano Gervinho e di un ordine che in difesa mancava da un bel po'. Attento e con abnegazione, il sacrificato al centro della difesa non dovrebbe essere mai lui.

Juan Jesus 6: Sbaglia meno del solito, non gioca nemmeno male, contiene Ibarbo e Gervinho. Ma non marca Nainggolan sul gol.

Gnoukouri 6,5: Grande personalità, lucidità, buona impostazione dell'azione. Sa anche come e quando spendere un fallo da ammonizione. Ora cerchiamo di non vendere anche lui e crediamoci.

Guarin 6: Gran partita difensiva, non pervenuto in fase offensiva. Ma mette due palle interessanti per Icardi in verticale.

Brozovic 5,5: E' calato dopo le prime partite, in prestazioni e personalità. Sta cercando la sua dimensione nel nostro campionato e si limita a svolgere il compitino. Autore di due cross davvero pessimi, non inquadra mai la porta, troppo falloso.

Hernanes 7: Buona condizione fisica e terza gara di fila in grande spolvero, finalmente anche con un gol dei suoi. Shaqiri per ora non gli toglie il posto, nemmeno per scherzo.

Palacio 6,5: Si allarga per far inserire i centrocampisti e non far offendere Florenzi. Ma più che altro corre come un dannato e fa tanta legna, senza avere più la lucidità necessaria in area di rigore.

Icardi 7: Il killer sonnecchia per tutto il match, divora un paio di reti ma poi realizza il gol della vittoria in maniera nemmeno tanto scontata. Senza i limiti che ha sarebbe davvero un top player, ma sono già 17 e chi segna ha sempre ragione.

Kovacic 6: Messo dentro per tenere il possesso palla e dare qualità alla manovra, recupera più che altro palloni alla Medel. Ma basta per ricevere gli applausi di San Siro.

Shaqiri 6: Gioca poco più di un quarto d'ora ma nella vittoria c'è anche qualcosa di suo. Icardi non gli passa palla quando è in buona posizione.

Podolski 6,5: Un assist decisivo per il gol di Icardi, il secondo da quando gioca con noi. Non ha ancora segnato ma incide anche così.

All. Mancini 7: Rischia inserendo tanti attaccanti e cercando i tre punti con la qualità. Soffriamo solo una ventina di minuti del secondo tempo ma stiamo crescendo, eccome.

Cristiano Esposito

lunedì 27 aprile 2015

Inter-Roma 2-1: Daje, Inter!!!

Inter Roma Serie A
Finalmente torniamo a vincere con una "grande" messa abbastanza male, quando ormai il campionato volge alla fine. Gnoukouri ancora in campo, Shaqiri ancora fuori. Garcia piazza Ibarbo nella zona di Juan Jesus, avendo Ljajic out. Cominciamo tenendo palla e manovrando, le prime conclusioni sono di Brozovic e De Rossi, poi arriva il vantaggio di Hernanes al 16'. Una finta non velocissima ubriaca Holebas, interno sinistro piazzato e Inter davanti. Resta il dubbio sul fatto che De Sanctis potesse far meglio, ma non la certezza che ci sarà per Handanovic sul gol del pareggio. Capitan Ranocchia cerca l'assist alla Roma già al 19', Ibarbo prende il palo. Proprio quest'ultimo viene spostato da Garcia a destra per coprire meglio l'asse Brozovic-D'Ambrosio che sta creando qualche problema. Il croato intanto pennella due cross pessimi, ma riusciamo a contenere una loro eventuale reazione. La partita è bella, combattuta, abbastanza veloce, anche se le occasioni gol nitide scarseggiano. Al 42' Totti, come da tradizione, non viene ammonito per fallo su D'Ambrosio solo perché si chiama Totti.

Ad inizio ripresa noto un nuovo ordine nella nostra difesa, cosa impensabile fino ad un mese fa. Guarin serve Icardi in verticale al 7' ma Maurito spreca. Iniziamo a soffrire come mai in partita ma Florenzi al 13' ci grazia calciando alto in area. Non può graziarci anche Nainggolan cinque minuti dopo, che approfitta del pregevole (adesso sì) assist di Ranocchia che invece che spazzare via lo serve con rara precisione. Juan Jesus, che nel complesso ha saputo contenere i vari Ibarbo e Gervinho, si ricorda chi è e omette di marcare il centrocampista belga. Handanovic poi non accenna nemmeno a tentare l'intervento. Il resto lo fa un centrocampo completamente saltato a copertura della difesa. Dopo una punizione di Pjanic al 22', neutralizzata dalla premiata ditta Handanovic-Vidic, non subiamo più niente. Il Mancio mette dentro Kovacic per Brozovic per tenere più palla, ma Mateo sarà più efficace nel recuperare palloni. Al 27' Palacio fermato in offside inesistente: sarebbe andato in porta se avesse agganciato il pallone. Poi comincia lo show di Icardi, che divora un gol al 39' e poi quattro minuti dopo non sbaglia, su bell'assist di Podolski. Potrebbe segnare ancora Palacio al 47', ma il suo sinistro è alto.
Icardi Podolski Inter Roma

Vinciamo dopo 7 match una partita con la Roma, fatta di ritmo e voglia da parte di entrambe le squadre, ma anche di poche conclusioni in porta. La luce di Hernanes si accende e spegne ma almeno il Mancio ha capito che il suo meglio lo dà da trequartista. Ranocchia (il suo erroraccio passa in secondo piano solo grazie ai tre punti) e Juan Jesus ammoniti saltano l'Udinese, probabilmente rivedremo così Santon. A fine gara parole distensive di Icardi, segno che il rinnovo sta andando in porto. La Fiorentina perde in casa col Cagliari, ora il sesto posto che varrebbe l'Europa League dista solo quattro punti: sognare non costa niente.

Cristiano Esposito


INTER-ROMA 2-1 Marcatori: Hernanes (16'), Nainggolan (18' st), Icardi (43' st)

INTER: 1 Handanovic; 33 D'Ambrosio, 23 Ranocchia, 15 Vidic, 5 Juan Jesus; 13 Guarin (33' st Shaqiri), 27 Gnoukouri (42' st Podolski), 77 Brozovic (26' st Kovacic); 88 Hernanes; 8 Palacio, 9 Icardi. A disposizione: 30 Carrizo, 20 Obi, 21 Santon, 26 Felipe, 28 Puscas, 55 Nagatomo, 93 Dimarco, 96 Palazzi, 97 Bonazzoli. Allenatore: Roberto Mancini

ROMA: 26 De Sanctis; 24 Florenzi, 44 Manolas, 2 Yanga-Mbiwa, 25 Holebas; 15 Pjanic (33' st Iturbe), 16 De Rossi (43' st Doumbia), 4 Nainggolan; 19 Ibarbo, 10 Totti (9' st Keita), 27 Gervinho. A disposizione: 28 Skorupski, 3 Cole, 8 Ljajic, 32 Paredes, 33 Spolli, 35 Torosidis, 42 Balzaretti, 48 Uçan, 53 Verde. Allenatore: Rudi Garcia

Ammoniti: Palacio (20'), Yanga-Mbiwa (21'), Brozovic (10' st), Juan Jesus (21' st), Ranocchia (29' st), Gnoukouri (32' st), De Rossi (42' st), De Sanctis (46' st), Nainggolan (49' st), Handanovic (49' st)
 
Recupero: 1' - 4'
Arbitro: Orsato Assistenti: Manganelli, Preti IV uomo: Cariolato
Assistenti addizionali: Rizzoli, Fabbri

venerdì 24 aprile 2015

Inter-Milan: considerazioni sparse sul derby

- Come ha twittato Zazzaroni, Inzaghi è l'attaccante più difensivista mai visto. Tiene tutte le punte in panchina e si arrocca dietro. Mancini invece boccia Obi per Gnoukouri (prova lineare e ordinata la sua, anche in fase di impostazione smista pulito e non perde palloni) e prova Kovacic mezzala: il croato deve capire che lì deve forzare meno il dribbling per non perdere palloni sanguinosi.

- Incredibile quanto non sappiamo battere un corner decentemente. Bassissimi, altissimi, sul terzo palo. Tutto quello che un corner non dovrebbe mai essere, e parlo di gente come Hernanes...

- Handanovic da un mese almeno a questa parte respinge ogni pallone o quasi nel pieno centro dell'area. Ogni volta è un brivido, talvolta seguito da un gol subito.

- Al 29' del primo tempo giallo inventato per Medel, che era diffidato. Queste cose le vedo solo contro di noi.

- Finiamo il primo tempo in calando, al primo rischio prendiamo paura. I terzini non affondano e arretriamo di brutto.

- Nella prima parte del secondo tempo ci distendiamo con troppi pochi uomini per creare qualcosa di pericoloso. Icardi al 10' crossa per nessuno dalla sinistra.

- Il fallo di mano di Antonelli in area non era volontario, ma sono quei rigori che solo a noi non fischiano. Devo ripetermi, ma non è vittimismo: è realtà. Soprattutto quando poi l'arbitro di porta è così bravo da andare a pescare il fallo di Palacio sul gol annullato...c'è qualcosa che non quadra.

- Finiamo con un assedio, la beffa totale sarebbe stata prendere gol da de Jong in acrobazia quando meritavamo assolutamente i tre punti. Altri due cross ridicoli in mano a Lopez e raccogliamo il primo 0-0 in un derby in casa dal 1989, dicendo addio all'Europa salvo miracoli che non accadranno. Ed era un turno favorevole, visti i risultati delle altre sopra di noi.

Cristiano Esposito
 

venerdì 17 aprile 2015

Ausilio: "Venderemo per comprare. Vogliamo tenere Handanovic e Icardi"

piero ausilio inter
"Il nostro sarà un mercato di autofinanziamento, venderemo per comprare - spiega Ausilio -. In tal senso le risorse possono arrivare anche da operazioni mirate, come quella che abbiamo portato avanti con Federico Bonazzoli. C'è una parola con il presidente della Sampdoria per avere un diritto di prelazione e non perderlo. Vengo dal Settore Giovanile e tengo a tutti i nostri giovani. Mi piacerebbe vederli crescere e affermarsi in prima squadra, ma non sempre è possibile". 

Si parla poi dei rinnovi di Handanovic e Icardi: "Abbiamo offerto a entrambi un prolungamento con adeguamento contrattuale, ma ogni rinnovo ha bisogno dei suoi tempi perchè ci sono tante cose da sistemare. Parliamo regolarmente con i rispettivi agenti e, quando c'è una volontà chiara, alla fine si sistema sempre tutto. La nostra intenzione è di tenere entrambi. Stesso discorso per Kovacic".

Considerazioni:

- Niente di nuovo o che non abbia già scritto qui. Dovremo vendere per comprare e autofinanziarci il mercato. Ci sarà per forza qualche sacrificio.

- E' molto importante mantenere il controllo di Bonazzoli, anche per evitare altri casi Balotelli, Destro ecc. Ma se esplode pagheremo caro il suo ritorno.

- Quando c'è una volontà chiara si sistema tutto. Bisogna vedere fino a che punto coincidano quelle della società e di Handanovic/Icardi.

Cristiano Esposito
 

lunedì 13 aprile 2015

Hellas Verona-Inter 0-3: le pagelle. San Samir para e il Profeta risorge

Hellas Verona Inter 2014 2015Handanovic 7,5: Viene chiamato in causa dopo un'ora e risponde presente in grande stile. Almeno due belle parate oltre il rigore neutralizzato a Toni

D'Ambrosio 6,5: Grande partita al rientro dal primo minuto. Corre, spinge, effettua undici cross con una certa precisione. Dote rara per i nostri terzini.

Ranocchia 6,5: Doveva segnare di testa tutto solo davanti a Rafael. Ma fa il difensore: limita Toni ed effettua qualche buona chiusura.

Vidic 6,5: Perde un pallone sanguinoso ma effetua tante buone chiusure o spazzamenti d'area. Il rigore non c'è, non ha colpa. Poi lui viene dall'Inghilterra, dove queste cose assolutamente non esistono.

Juan Jesus 6: Soffre Jankovic in velocità, si riprende nel secondo tempo. Non è un terzino per ora, né in fase difensiva né in quella offensiva .

Guarin 6: Quasi non si vede e non si sente, soprattutto in fase offensiva. La discontinuità è il suo problema più grande. Severo e ingiusto il giallo che gli farà saltare il derby, ma ha rischiato appoggiando la testa sul petto di Tagliavento.

Medel 6,5: Mancini credeva di perdere lui per il derby, lo fa uscire quando ha perso gli altri due. Solita partita di lavoro sporco nell'ombra, prezioso e imprescindibile. Non sbaglia quando deve smistare il primo pallone in uscita. (dal 35' st Gnoukouri 6: lineare, ordinato, una buona apertura. Chi ben comincia...).

Brozovic 6: Non è quello delle prime uscite ma si fa sentire per corsa e contrasti. Prende il giallo che lo squalifica per il derby e sbaglia un gol non difficilissimo per lui.

Hernanes 7: Eccolo finalmente, nella posizione in cui può e deve fare la differenza. Va via in dribbling e in velocità, mette il piede nello 0-2, crea scompiglio e dà imprevediblità. (dal 43' st Felipe s.v.).

Hellas Verona Inter Hernanes
Palacio 7,5: Assist per il primo gol, realizza in prima persona il secondo. Con Icardi si trova che è un piacere e quando la squadra corre e funziona anche la sua prestazione sale di livello. (dal 35' st Kovacic s.v.)

Icardi 7: Tocca pochi palloni, alcuni li sbaglia per le lacune che ha ma aiuta la squadra ed è letale in fase di realizzazione. Sono già 21 gol in stagione e fornisce anche l'assist a Palacio.

All. Roberto Mancini 7: La strigliata funziona, il rombo con Hernanes trequartista pure. Riacquistiamo per un giorno cinismo, grinta, corsa e praticità.


HELLAS VERONA

Toni e Gomez in giornata no, anche perché ben neutralizzati dai nostri. Jankovic invece crea scompiglio in velocità. Funziona sufficientemente solo il centrocampo con Obbadi e Tachtsidis, per il resto ci aspettano e pagano dazio.

Rafael 5,5; Sala 5, 2 Rodriguez 5, 18 Moras 5, 3 Pisano 4,5; 8 Obbadi 6 (dal 36' st 27 Valoti sv), 77 Tachtsidis 5,5, 10 Hallfredsson 5,5 (dal 26' st 19 Greco 6); 21 Gomez 5,5 (dal 30' st Saviola 5,5), 9 Toni (C) 5, 11 Jankovic 6,5.

Cristiano Esposito

domenica 12 aprile 2015

Hellas Verona-Inter 0-3: Una rondine non fa primavera (ma la salvezza sì)

Sinceramente temevo questa partita, anche se il Verona era in calando. Alla fine però rinfaccio ai calciatori dell'Inter di non aver avuto questa cattiveria e questa corsa col Parma, perché molto probabilmente avrebbero portato a casa i tre punti. Le vittorie dei ragazzi di Donandoni ottenute con l'Udinese e la Juventus non devono però rendere il nostro calice meno amaro. Dovevamo e potevamo vincere.  Dovevamo giocarcela con più voglia e cattiveria.

Il Mancio sceglie il rombo con Hernanes dietro alle punte: alla fine non risparmia nessun diffidato del centrocampo e a riposare sono Shaqiri e Santon. Passiamo già all'undicesimo con Icardi servito da Palacio. Tachtsidis era a terra perché a sedere l'aveva messo D'Ambrosio con una finta e non aveva nessun problema (si rialza e continua a giocare come niente fosse successo dopo trenta secondi). Anzi, se  tutti continuassero a giocare quando gli avversari svengono senza motivo e non si rialzano, e sono loro ad essere gli antisportivi e non gli altri, magari anche arrivando al gol, io dico che si toglierebbero il vizio. Detto ciò la difesa del Verona dorme e prende il gol non certo a causa del fatto che Tachsidis a terra. Per un Guarin che continua a cercare il tiro dagli spogliatoi c'è un Hernanes in ripresa, che al 18' semina avversari in contropiede e dimostra coi fatti quello che sostengo da sempre: lui il meglio lo dà da trequartista centrale dietro le punte. Juan Jesus riesce a soffrire Jankovic (e a beccarsi un giallo) proprio in quella velocità che è la sua arma migliore: andiamo bene. E' anche vero che è ancora tarato per fare il centrale a tre, uscendo in anticipo, e che non faceva il terzino da tempo. Il Verona non punge, ci aspetta per fare contropiede, non spinge sulle fasce e noi teniamo bene sulle palle inattive tranne quando Toni colpisce alto di testa al 19'. La buona notizia è quanto corriamo e che l'out di destra con D'Ambrosio e Palacio che si allarga spesso funziona bene. Si nota maggiore cattiveria rispetto alle ultime uscite anche nei contrasti, più compattezza e forse anche una difesa che sta lievemente più bassa. La partita è bruttarella, poi Brozovic si divora lo 0-2 alla mezz'ora. Nel giro di due minuti lui e Guarin (molto severo il suo cartellino per un fallo di mano, ad un metro di distanza e chiaramente involontario) si beccano un giallo che gli fa saltare il derby. Hernanes continua a dimostrare di stare bene, meglio, ma talvolta esagera con i dribbling: ad ogni modo sono ben sei  quelli completati nel primo tempo, contro i due complessivi del Verona. Palacio crea quattro occasioni ma non inquadriamo mai la porta, gol a parte.

Al terzo della ripresa raddoppiamo con un'azione che non sembriamo noi a orchestrarla: combinazione tutta di prima Hernanes-Icardi-Palacio. Il Verona però alza il baricentro e al 5' è una fortuna che Jankovic svirgoli la conclusione. Ancora la "magica" fascia destra di stasera: un minuto dopo Palacio per poco non trova ancora Icardi a centro area (il quale poco dopo sbaglia uno stop a seguire importante per involarsi verso la porta, emblema dei suoi limiti congeniti). Juan Jesus gioca meglio, D'Ambrosio continua a spingere con intensità. Al quarto d'ora Hernanes impatta male il pallone e calcia fuori, poi Handanovic inizia il suo show con due belle parate respingendo però ancora il pallone basso a centro area. Questo particolare ci è costato già un paio di gol e altrettanti spaventi. Capitan Ranocchia si divora letteralmente di testa un gol da due passi, tutto solo. Il Verona è ancora in partita e si rende pericoloso con Obbadi e Jankovic. Altra buona notizia: Vidic e Ranocchia controllano e limitano bene Toni. Palo sfortunato di Palacio al 27', ancora con D'Ambrosio che lo serve di prima. L'amnesia della giornata arriva al 30', quando Greco su punizione trova incredibilmente Toni tutto solo che colpisce fuori di testa. Ne abbiamo lasciato solo uno scarso su questi palloni, diciamo così. Poi esce Gomez e personalmente tiro un sospiro di sollievo: alla vigilia era quello che più temevo tra gli avversari. Minuto 31: Tagliavento non si smentisce e prova a far rientrare il Verona con un
penalty quasi fantascientifico. In pratica poteva fischiarlo quasi solo a noi. Vidic sfiora appena Greco (terzo tiro dal dischetto "causato" in serie A quest'anno, più di chiunque altro), ma San Samir para il quarto rigore dell'anno, il secondo a Toni, il settimo degli ultimi otto, il ventunesimo su cinquantasette in A. A questo punto è chiaro che il Verona non segnerà mai, come non avremmo segnato mai noi un altro gol con il Parma settimana scorsa. Esordisce, con sicurezza e linearità Gnoukouri per Medel (almeno un centrocampista diffidato per il derby conserviamocelo), il trentesimo giovane canterano a debuttare con Mancini, ed entra Kovacic a fare la seconda punta per Palacio. I veronesi provano a rubare un altro paio di rigori, noi resistiamo stoicamente con Handanovic e compagni. Esce anche Hernanes, calato alla distanza, per Felipe. C'è tempo ancora per l'autogol di Moras che premia la gran partita di spinta di D'Ambrosio al 47'.

Torniamo a vincere, sapendo soffrire ed opporci nella parte centrale del secondo tempo. Buona la prestazione in un campo che aveva visto cadere il Napoli poco tempo fa. Una rondine non fa primavera, non abbiamo fatto ancora niente, ma almeno abbiamo raggiunto la quota salvezza. E, perdonatemi, all'essere l'unica squadra italiana a non essere mai retrocessa in B e a conquistare un triplete io ci tengo. Mi turbano le parole di Handanovic dopo la partita. No, non il "pensiamo prima a non prenderle, almeno facciamo 0-0", ma quelle sul rinnovo fermo e sull'incertezza della risposta sul volere giocare la Champions l'anno prossimo. No perché, Samir, mi sa che noi non ce la facciamo. Mi piace invece la conferma di un'efficace coppia d'attacco, con Icardi che ieri ha servito il terzo assist su quattro a Palacio. I due si trovano bene e si vede. Mi piacerebbe invece sapere a chi era rivolto il labiale di Mancini a fine match ("ti gonfio, dopo ti gonfio") e cosa diceva del rigore fischiato e a quale dei direttori di gara . 

La nostra primavera è tornare a vincere quarantasette giorni dopo, in trasferta, dove abbiamo chiaramente meno pressione addosso. Ma questo è un fattore che deve cambiare, San Siro è casa nostra e chi gioca tra le nostre fila deve dimostrare di saper reggere il peso della nostra maglia.

Cristiano Esposito


HELLAS VERONA-INTER 0-3

Marcatori: Icardi (11'), Palacio (3' st), aut. Moras (47' st)

HELLAS VERONA: 1 Rafael; 26 Sala, 2 Rodriguez, 18 Moras, 3 Pisano; 8 Obbadi, 77 Tachtsidis, 10 Hallfredsson (19 Greco 27' st); 21 Gomez (7 Saviola 30' st), 9 Toni, 11 Jankovic. A disposizione: 22 Benussi, 4 Marquez, 17 Nico Lopez, 20 Christodoulopoulos, 25 Marques, 27 Valoti, 30 Campanharo, 33 Agostini, 70 Pereira, 71 Matric. Allenatore: Andrea Mandorlini

INTER: 1 Handanovic; 33 D'Ambrosio, 23 Ranocchia, 15 Vidic, 5 Juan Jesus; 13 Guarin, 18 Medel (27 Gnoukouri 35' st), 77 Brozovic, 88 Hernanes (26 Felipe 43' st); 8 Palacio (10 Kovacic 35' st), 9 Icardi.  A disposizione: 30 Carrizo, 46 Berni, 6 Andreolli, 11 Podolski, 20 Obi, 28 Puscas, 55 Nagatomo, 91 Shaqiri, 97 Bonazzoli. Allenatore: Roberto Mancini

Ammoniti: Juan Jesus (18'), Moras (35'), Brozovic (36'), Guarin (40'), Obbadi (11' st), Vidic (31' st)  

Recupero: 1' - 3' 

Arbitro: Tagliavento (sez. arbitrale di Terni)  
Assistenti: Marrazzo e Pegorin
IV Uomo: Schenone  
Assistenti addizionali: Cervellera e Manganiello
   

venerdì 10 aprile 2015

Oltre la retorica: i punti chiave della conferenza di Roberto Mancini prima di Hellas Verona-Inter

Se ti arrivasse un'offerta importante a fine stagione, ti verrebbe qualche dubbio?
"Sono in un grande club, credo si possa tornare a essere competitivi. Star fuori un anno dalle coppe non è un dramma se si può costruire una grande squadra. Saranno 300 giorni senza coppe e lavoreremo per fare una squadra più forte. L'addio non è nei miei programmi".

- Non è esattamente una forumla per dire che resta al cento per cento.

Influiranno i diffidati in vista del derby?
"Abbiamo tre centrocampisti diffidati, forse uno partirà dalla panchina".

- Io dico che non rinuncia a Medel e che il primo indiziato a riposare è Brozovic.

Vero che dopo il Parma Mancini è cambiato da modalità zen a furibondo?
"Avevo un approccio diverso perché pensavo fosse giusto e i giocatori si sono sempre impegnati in allenamento. Alla fine uno non può arrabbiarsi più di tanto, se si dà il massimo prima o poi i risultati arriveranno. Questa settimana è stata più dura, i giocatori capiscono che si può fare di più. A volte si vince mettendo un quid in più, non basta essere l'Inter".

- La modalità zen probabilmente derivava anche dall'aver sovrastimato le possibilità della rosa.
 
L'affetto dei tifosi per Kovacic spinge la società a essere poco chiara sul suo futuro? Farebbe meglio da mezzala?
"Decido io la posizione in cui può giocare. L'Inter ha fiducia enorme in Kovacic, gli ha rinnovato il contratto e punta su di lui. Poii ci sono momentio in cui i giocatori devono tirare fuori qualcosa in più, non bastano le qualità. Vero che tutti gli vogliono bene".

- Prolungare un contratto ad un giocatore può voler dire sia che si punta su di lui sia che si ha l'intenzione di venderlo bene qualora arrivassero offerte. Mancini sta ad ogni modo martellando Mateo affinché ci metta qualcosa in più. Lo prova come playmaker in allenamento e credo che lo vedremo da qui alla fine schierato occasionalmente in quella posizione (magari come mezzala domani per far riposare un diffidato?). Di certo non assieme a Brozovic per questioni di equilibrio.

Dopo Puscas potrebbe giocare Camara?
"Lui, Puscas, Baldini, Dimarco e Gnoukouri sono tutti giocatori che si allenano con noi da settimane, pensiamo abbiano qualità. Però sono giovani e in questo momento può essere difficile. Ma nelle prossime nove partite giocheranno in prima squadra".

- Non dal primo minuto, spero. Puscas dovrebbe aver insegnato qualcosa. Inserire un giocatore acerbo in un contesto che non funziona così bene sarebbe molto rischioso.

Cristiano Esposito

mercoledì 8 aprile 2015

Disquisizioni sul fattore "M": motivazioni, mediocrità, mercato, Mazzarri e Mancini

Inter Mancini Zanetti Ausilio
C'è chi ha parlato di mancanza di motivazioni riguardo l'imbelle prestazione dei nerazzurri contro il Parma. Le motivazioni non devono venire mai a mancare perché giochi nell'Inter e perché vieni regolarmente e profumatamente pagato. Cosa che non accade per i dignitosissimi giocatori del Parma, che di motivazioni sembravano averne di più di noi. Forse qualcuno dei nostri già sa che andrà via, qualcun altro è già tranquillo di restare. In entrambi casi è stato dannoso per la squadra farglielo capire.

Sempre in tema di motivazioni, non si capisce bene dalle immagini se Ranocchia dopo il gol rimproveri Puscas e compagni per qualche errore sul campo o perché non vengono a festeggiare tutti insieme il gol di Guarin. Il giovane attaccante ha dimostrato di non essere ancora pronto per la prima squadra e forse dare spazio dal primo minuto ad altri della primavera per quest'ultima tranche di campionato, come ha dichiarato di voler fare Mancini, non è la scelta giusta. 

Quello che, tra le altre cose, preoccupa di domenica è la non reazione al pareggio del Parma e alla prevedibile sfuriata di Mancini all'intervallo (avrebbe potuto sfruttare tutti i quindici minuti per provare a svegliare i suoi giocatori e non avviarsi prima di loro in campo). Si è continuato a correre poco e male, forse solo Medel lo ha fatto quanto doveva. Mediocrità, sfortuna, centrocampo molle e poco forte fisicamente. Senza qualità e senza gli arrivi di un Lucas Leiva, per dirne una, era difficile migliorare la costruzione. Guarin ha il solo merito di una fisicità che a tratti fa la differenza, ma pochi neuroni per incanalarla con criterio. 

Già, il mercato. Mancini ha evitato di dichiarare che non lo ha soddisfatto del tutto. Non ha avuto tutto quelo che aveva chiesto ma era quasi impossibile viste le nostre condizioni finanziarie. Podolski e Shaqiri si sono dimostrati molto meno esterni di quel che si pensava e si cercava sul mercato. I restanti limiti della rosa sono rimasti intatti. I terzini  molto modesti e incapaci di svolgere entrambe le fasi ad alti livelli. Kovacic ed Hernanes non hanno trovato una collocazione in questa Inter. Nonostante abbia sbagliato anche lui, Vidic doveva giocare sempre accanto ad uno tra Ranocchia e Juan Jesus, troppo più inaffidabili e carenti in personalità. Se proprio dobbiamo giocare alti meglio JJ, che almeno può contare su una discreta velocità nei recuperi. Per concludere, ad oggi non abbiamo un modulo prestabilito e da fissare per crescere. Mancini deve ancora trovare la quadra dopo cinque mesi e lo dimostra il continuo cambiare più volte nell'arco della stessa partita. Mazzarri ha fatto quasi gli stessi punti, ma li ha fatti coprendosi e cercando di non prenderle. Non avevamo e non abbiamo i giocatori capaci di giocare in contropiede, con le giuste e letali caratteristiche. Ma se ci alziamo troppo e teniamo palla come vuole Mancini escono fuori tutti i limiti dietro e nella costruzione. Con la paura che subentra durante il match dopo aver rischiato o subito un gol poi, la difesa alta retrocede vertiginosamente ed è il panico. I centrocampisti non aiutano più e si aprono voragini per gli inserimenti da dietro degli avversari.

Roberto Mancini Mateo Kovacic InterCon questa rosa mediocre e sfiduciata difficile dire se è meglio o peggio provare a giocare un calcio più propositivo come fa Mancini. Il quale finora purtroppo ha deluso, forse pensando di trovare una situazione complessiva migliore e di poter spremere di più dai giocatori. Che presentano limiti tattici, di personalità e coraggio, quest'ultimo solo in parte ereditato dal modo di giocare di Mazzarri. E' scoppiata presto la bolla di sapone delle tre vittorie consecutive, e sono scoppiati i giocatori. E sembra regnare un po' di anarchia, in cui l'ultimo ventenne arrivato, Brozovic, dichiara con nonchalance: "Con cinque nuovi acquisti l'anno prossimo saremo lì alla pari con le prime della classe". Come a dire: sono appena arrivato, non ho dimostrato quasi niente ma io sono dentro al progetto e ho bisogno di qualche campione vicino a me. Campioni comunque già invocati da Mancini, quando forse era meglio aspettare giugno per fare determinate dichiarazioni e distrarre i giocatori che restano o partono.

Le domande a questo punto sono le seguenti. La clausola con cui Mancini può liberarsi a giugno c'è o no? Senza l'acquisto di campioni lui resta? E a noi conviene che lui resti, visto quel che ha raccolto finora in una squadra senza top player
Se questi giocatori non stanno dando il massimo, magari farli allenare il giorno di Pasqua alle 8:30 può indurli a dare di più. Ma se lo stanno già facendo può cambiare poco e niente. E' ora di decidere chi è da Inter e chi è l'allentore migliore per questa (e la prossima) Inter con questa congiuntura economica. E regolarsi di conseguenza.

Cristiano Esposito

martedì 7 aprile 2015

Mediocrità e sfortuna: finora è la peggiore Inter dal 1994 a oggi

Internazionale Football Club 1994 1995Nell’era dei tre punti a vittoria, non c’è stata Inter peggiore di questa dopo 29 giornate. Solo 38 i punti raccolti dai due padri, Walter Mazzarri e Roberto Mancini (in ordine temporale). Peggio anche dei 40 affastellati nel 1998-99 dalla seconda peggior Inter di quest’epoca. Era l’anno dei quattro allenatori (Gigi Simoni, Mircea Lucescu, Luciano Castellini e Roy Hodgson), era l’anno in cui in rosa c’erano Ronaldo, Djorkaeff, Simeone, Pagliuca, Pirlo e Bergomi tra gli altri. 

Le partite senza vittorie sono 7 consecutive (3 pareggi e 4 sconfitte), in campionato un applauso manca dal 23 febbraio, 2-1 a Cagliari. L’ultimo successo al Meazza (sempre in campionato) manca invece dall’8 febbraio, 3-0 al Palermo. Visto che la prossima gara si giocherà a Verona in casa dell’Hellas, per un eventuale ritorno al sorriso davanti ai tifosi nerazzurri bisognerà attendere il 19 aprile, giorno del derby. E allora saranno trascorsi 70 giorni. Un’eternità.

Nona è la posizione in classifica (esattamente come nel 1998-99) e 9 sono le vittorie ottenute dall’inizio del campionato (record negativo dopo 29 giornate). Al Meazza l'Inter non è riuscita a battere le ultime tre della classifica. Contro Parma, Cesena e Cagliari ha raccolto solo 2 punti su 9 (pareggiando contro emiliani e romagnoli). Cinque le vittorie casalinghe, contro Sassuolo, Atalanta, Sampdoria, Genoa e Palermo (nell’epoca dei tre punti altro dato negativo da primato).
E il finale di campionato non è affatto in discesa. Dopo la trasferta di Verona, ecco la doppietta Milan-Roma in sette giorni. E poi, a maggio, l’altra doppietta asfissiante contro Lazio (a Roma) e Juventus (nuovamente in casa). 

Fonte: Gazzetta.it

domenica 5 aprile 2015

Mancini e Ausilio alzano la voce e inaspriscono i toni. Le pagelle di Inter-Parma

Roberto Mancini Inter
© Foto: www.imagephotoagency.it
"Non faremo passare a nessuno una buona Pasqua. Ora conterà rispettare la maglia fino alla fine
(Roberto Mancini)

"Per domani ci sembrava giusto lavorare visto che oggi hanno riposato tutti e quindi domani possono lavorare tutti e preparare la partita di domenica prossima. Valuteremo bene tutto da qui alla fine e decideremo quelli che saranno meritevoli della prima Inter di Mancini che sarà la prossima. La partita con la Samp era stata un'altra Inter e ci siamo complimentati con i giocatori nonostante la sconfitta, quella di oggi sembrava un'altra cosa e visto che si è bravi a fare i complimenti bisogna anche ammettere quando si gioca male. Siamo tutti molto incazzati, ma già da stasera proveremo tutti a portare l'Inter a essere qualcosa di diverso. Se si vuole essere degni di questa maglia, bisogna giocare qui in casa al meglio e far diventare questo fattore un'arma in più. Scappare di fronte alle responsabilità non è nelle nostre intenzioni. Proprio per questo dico che stiamo valutando chi è da Inter e chi non lo è: se qualcuno pensava di aver già chiuso la stagione, si sbagliava di grosso. Questa rosa, a parte la Juve, non ha nulla da invidiare a chi è davanti in classifica. Dal punto di vista individuale c'è tutto. Certo, bisogna capire cosa significa essere un gioccatore da Inter".
(Piero Ausilio)

- Giuste, giustissime le parole di Ausilio. L'interrogativo che resta è: davvero abbiamo una rosa seconda solo alla Juve? La risposta, evidentemente, è no. Ci sono troppi mediocri che si impegnano anche ma oltre quello che stanno dando non possono dare. Tecnicamente, tatticamente e caratterialmente. E questo lo sanno bene, sia Ausilio che Mancini.


PAGELLE DI INTER-PARMA

INTER 

Handanovic 6: Poco lavoro, devìa bene la punizione di Costa oltre la traversa. Sul colpo di testa di Lila non ha responsabilità.
Santon 6: Partita lineare, svolge il compitino ma ci si aspetta qualcosina in più in fase offensiva.
Ranocchia 5,5: Non commette grossi errori ma si fa mettere a sedere almeno due volte da Belfodil, che lo fa anche ammonire. Non è tranquillo e si vede, ma chi lo è in questo momento è un incosciente. Chiude facendo la torre in area avversaria, da prima punta.
Felipe 6: Prova dignitosa all'esordio. Ordinato ed efficace, commette qualche fallo di troppo perché non temporeggia mai ed attacca sempre l'uomo alle spalle. Si fa saltare un paio di volte troppo allegramente e becca un giallo. (dal 30' st Podolski 5,5: Solo un tiro dalla distanza ma non ha colpe. Non poteva cambiare da solo il match. Almeno non in questo momento di forma.)
Juan Jesus 5: Inchiodato a terra sul gol di Lila, insicuro, tanti errori tecnici elementari. Oltre ai limiti non c'è con la testa.
Guarin 6: Ha il merito di provare a tirare da fuori sul gol fortunoso e di recuperare qualche pallone. Ma si incaponisce come al solito, tiene troppo palla, dribbla troppo e sbaglia aperture oltre i cinque metri di distanza.
Medel 6: Anche lui troppo fermo sul gol di Lila, decisivo per il punteggio finale. Ci mette sempre grinta e applicazione, imposta anche decentemente le azioni sbagliando poco nel palleggio. Tanto lavoro sporco nell'ombra, anche lui ha i suoi limiti.
Brozovic 6: Sottotono, lento, una buona conclusione al 65'. Speriamo sia solo stanco per la convocazione in nazionale. Blocca un tiro pericoloso di Varela in area.
Shaqiri 5,5: Dagli elementi con maggiore qualità ci si aspetta sempre di più. Incide poco, troppo prevedibile e impreciso. Nel secondo tempo tenta un pallonetto senza criterio. (dal 40' st Hernanes sv: Un tiro strozzato a terra allo scadere e nulla più nei pochi minuti che ha a disposizione.)
Palacio 5,5: Si impegna ma non è brillante, una sola conclusione al 69'. E' tra i meno
Inter Parma Palacio Jesus
criticabili. E l'età avanza...
Puscas 5,5: Dopo 5' tira addosso a Mirante ma è fermato in offside. Poi fornisce un buon assist a Shaqiri. Per il resto da un ragazzino che esordisce è lecito aspettarsi che mangi l'erba con voracità. Ma è risucchiato nel vortice di indolenza di tutta la squadra. (dal 1' st Kovacic 5,5: Non riesce a cambiare l'inerzia del match, colpisce di testa al 53' e poi combina molto poco pur trovandosi spesso con la palla tra i piedi. Non si nasconde ma la sua condizione mentale e quella pessima del gioco della squadra lo penalizzano molto).

All. Roberto Mancini 5,5: La strigliata all'intervallo nello spogliatoio ci sarà stata ma non sortisce effetto. Dalla panchina invece non sembra dare la scossa necessaria e mangiarseli vivi per lo scempio al quale assiste, limitandosi a parlottare con Sylvinho. Forse Puscas non è ancora pronto per partire dal primo minuto ed era meglio dare un'altra chance a Podolski. Ma parlare col senno di poi è facile. La squadra balla troppo dietro ed è troppo lenta e prevedibile davanti. C'è molto da lavorare.


PARMA: 83 Mirante 6; 4 Mendes 6,5,15 Costa 6,5, 28 Feddal 6, 18 Gobbi 5,5; 23 Nocerino 5,5, 80 Jorquera 6 (38' st Cassani sv), 3 Lila 6,5 (1' st Ghezzal 6,5); 8 J. Mauri 6, 26 Varela 7; 10 Belfodil 6,5 (32' st Coda sv).

Contro di noi molti sembrano fenomeni, ma non sono apparsi affatto male Varela e Mendes. E' invece sinceramente colpa nostra l'aver resuscitato Belfodil e Ghezzal.

Arbitro: Peruzzo 5,5: Da un possibile penalty su Puscas, nel primo tempo fischia un inconcepibile fallo del rumeno che è davanti e in possesso di palla. Nel secondo tempo fa qualcosa di simile con un improbabile fallo di Ghezzal su Medel. Per il resto partita semplice, manca un giallo a Mendes al 2' del primo tempo su Palacio.

Cristiano Esposito

sabato 4 aprile 2015

Inter-Parma 1-1: inaccettabili

Inter Parma Serie A 2015Probabilmente i lettori più scaramantici potrebbero non tornare più sulle pagine di questo neonato blog. Me li sono bruciati se mi hanno letto ieri. Ma nel post della conferenza stampa di Mancini pre Inter-Parma intendevo soltanto porre l'attenzione su alcune parole inquietanti. Se affermi di essere davanti ad una "partita difficile" quando affronti squadra e una società allo sbando (quasi come la nostra?) non esprimi questa grande convinzione nei tuoi mezzi e nella situazione dei tuoi giocatori. Poi magari non vinci per puro caso, ma... E' vero che il Parma ha pareggiato anche a Roma. Ma ciò nulla toglie alla vergogna del nostro match di oggi.

Il Mancio boccia clamorosamente Podolski (difficile resti all'Inter dopo maggio, e soprattutto adesso in che situazione mentale può trovarsi?), immolato come agnello di questa Pasqua, e dà spazio a Puscas. Esordio per Felipe al centro della difesa accanto a Ranocchia, Juan Jesus schierato ancora come terzino sinistro. Ma anche lì riesce a rendersi pericoloso. Per noi. Il nostro 4-3-3 va in grossa difficoltà contro i cinque centrocampisti del Parma, in una giornata in cui giochiamo vistosamente sotto ritmo.

Al 1' primo squillo di un Varela che ci darà non pochi problemi; fortunatamente il tiro è centrale. Un minuto dopo Mendes sarebbe da giallo su Palacio. Nei primi dieci minuti manteniamo le redini di un gioco troppo compassato ma non affondiamo, il giro palla è lento e va a nozze col centrocampo del Parma, imbottito come un casatiello napoletano. Addirittura una mano dietro la anche Belfodil, richiamato per questo da Donadoni. Al 13' Puscas per Shaqiri, Mirante blocca facile. Felipe non demerita (non più dei suoi colleghi fino a questo punto della stagione), Guarin è come al solito impreciso e conferma ancora due piedoni poco raffinati nei passaggi più lunghi di 5 metri ma recupera qualche buon pallone. E' già chiaro che commetteremo una quantità di errori tecnici imbarazzanti, specie per i più dotati. Vedi corner inguardabile di Shaqiri al 19'. Improvvisamente, inspiegabilmente passiamo in vantaggio proprio col Guaro che mette a segno il suo quarto gol da fuori area (nessuno più di lui in Serie A) sporcato da una decisivissima deviazione di José Mauri. Per come stavamo giocando potevamo passare in vantaggio solo con questa fortuna o con un gol della carriera. Mancini appare grintoso, zittisce Shaqiri e qualcuno in tribuna, ma noi continuiamo a giocare senza mordente. Un fallo di Puscas che non esiste in area al 36' fa il paio con un altro fantascientifico di Medel su Ghezzal nel secondo tempo. Peruzzo ogni tanto ha le sue visioni. Due minuti dopo Belfodil inizia a far venire il mal di testa a Ranocchia, poi Costa costringe Handanovic alla parata su punizione. Minuto 44: Varela, che insiste sul lato che Donadoni indica come debole (quello di Juan Jesus, toh!), crossa per la testa di Lila che si trasforma in De Ceglie e pareggia. Eravamo in dieci perché Santon perdeva sangue dalla testa. Anzi in otto, visto che Juan Jesus e Medel restano inchiodati a terra, come al solito guardando solo la palla e mai l'uomo che si inserisce.

Dal silenzio durato quarantacinque minuti San Siro fa partire una sinfonia di fischi. Meritati.
Dov'è finita la voglia di vincerle tutte e dieci? E la rabbia per il 2-0 dell'andata? Nemmeno Puscas, quasi esordiente, ce le mette. Il Parma ha già tirato più di noi in porta, come al solito dominiamo il possesso palla (andando però sotto negli ultimi minuti del primo tempo anche in quello).

A inizio ripresa si passa al 4-2-3-1, con Kovacic (non Podolski) al posto di Puscas. Succederà molto poco. All'8' Juan Jesus crossa per la testa del croato che gira fuori. Dietro balliamo come sempre, sbagliamo passaggi elementari in ogni zona del campo. Ghezzal sembra CR7 al 20' su Felipe. Brozovic e Palacio calciano fuori. Mancini dalla panchina invece di mangiarseli vivi parlotta con Sylvinho. Al 27' punizione rasoterra lentissima di Guarin (vedi Parolo oggi per capire come si calcia se vuoi tenerla bassa). Un quarto d'ora anonimo di gioco per Podolski, JJ bombardato dai fischi. Non diamo mai l'impressione di poter essere pericolosi. Potremmo giocare fino a Pasquetta, non segneremmo comunque. Ghezzal ci grazia al 35', non punendo la nostra apatia. Ranocchia regala di testa una palla a Mirante. Poteva servire Guarin anche se quest'ultimo non gli chiama la palla ("parla!", gli urla). Medel diventa difensore centrale, la palla alle stelle di Kovacic fa capire quanto siamo nel pallone. Al 42' Guarin su punizione conferma di non essere tra quel paio di giocatori della nostra rosa che sanno crossare. Entra Hernanes per Shaqiri a tempo quasi scaduto. Ranocchia resta davanti a fare la punta, il Guaro comincia ad esagerare come sempre nei dribbling perdendo palloni, ma questa volta non ha alternative. C'è da dire che a fine partita ci mette la faccia davanti alle telecamere. L'ultimo tiro firmato Hernanes, strozzato come il nostro match,  è facilmente neutralizzato da Mirante.

Inter Parma Serie A 2015
Riusciamo a non vincere contro la peggiore difesa e il peggiore attacco della Serie A. E' mancato Icardi, pieno di lacune e limiti ma per noi ad oggi imprescindibile. Quanto sarebbe servito ricucire con Osvaldo... Almeno per perdere qualche punto in meno con le squadre in zona retrocessione.

Inaccettabili. Va bene i limiti della rosa ma almeno sudare la maglia... Eppure Mancini dopo la partita dice che la squadra fa il massimo. Il che sarebbe ancora più preoccupante. "Probabilmente sono io che non riesco a farmi capire bene, manca cattiveria". Molti gli avevano rimproverato di essere troppo buono in questa sua seconda avventura interista. Domani, giorno di Pasqua, riposo annullato e allenamento alle ore 8:30. Da qualcosa si dovrà pur partire per invertire questa sciagurata rotta.

Cristiano Esposito 


INTER-PARMA 1-1
Marcatori: Guarin (25'), Lila (45')

INTER: 1 Handanovic; 21 Santon, 23 Ranocchia, 26 Felipe (31' st Podolski), 5 Juan Jesus; 13 Guarin, 18 Medel, 77 Brozovic; 91 Shaqiri (44' st Hernanes); 8 Palacio, 28 Puscas (1' st Kovacic).
A disposizione: 30 Carrizo, 14 Campagnaro, 20 Obi, 27 Gnoukouri, 29 Camara, 33 D'Ambrosio, 55 Nagatomo, 93 Dimarco, 97 Bonazzoli.
Allenatore: Roberto Mancini

PARMA: 83 Mirante; 4 Mendes,15 Costa, 28 Feddal, 18 Gobbi; 23 Nocerino, 80 Jorquera (38' st Cassani), 3 Lila (1' st Ghezzal); 8 J. Mauri, 26 Varela; 10 Belfodil (32' st Coda).
A disposizione: 91 Bajza, 22 Iacobucci, 13 Prestia, 17 Palladino, 21 Lodi, 27 Santacroce, 58 Esposito.
Allenatore: Roberto Donadoni.

Ammoniti: Ranocchia (16' st), Felipe (28' st)

Recupero: 1' - 4'

Arbitro: Peruzzo
Assistenti: Fiorito, Tasso
IV uomo: Barbirati
Assistenti addizionali: Tommasi, Pinzani